FOTOGRAFIA TECNICA E SCIENTIFICA Di Roberto Piero Ottavi
Di mauro (del 18/02/2005 @ 09:08:04, in Leica, linkato 4214 volte)
FOTOGRAFIA TECNICA E SCIENTIFICA
Di Roberto Piero Ottavi
Dal Leicaforum (http://www.leica-italia.it/cgi-bin/forum/elenco.asp?page=2&order= ) in vari capitoli (ognuno con il suo riferimento)
Capitolo Primo
http://www.leica-italia.it/cgi-bin/forum/oggetto.asp?id=3749&ins=1 Nella fotografia scientifica e tecnica si tratta quasi sempre di restituire su pellicola immagini di risultati ottenuti , di reperti o di fenomeni osservati sotto l'aspetto macro o microscopico. In alcuni casi si tratta di registrare ciò che l'occhio non vede illuminando gli oggetti con luce ultravioletta , infrarossa o polarizzata. Il sistema Leica , grazie al rivoluzionario sistema Visoflex o "cassetta Visoflex" che trasformava una telemetrica in una ingombrante ma eccellente reflex monobiettivo , oltre che a determinate ottiche appositamente progettate , era in grado di garantire risultati perfetti e , per quei tempi , eccezionali. Oggi il concetto di reflex monobiettivo è completamente metabolizzato , per ognuno di noi è talmente normale che spiegarne i pregi sarebbe ridicolo , ma nel 1935 quando fu presentato il primo Visoflex costituì una rivoluzione di portata quasi indescrivibile. Leitz Wetzlar produsse tre accessori fondamentali per questo tipo di fotografia : il piatto cosiddetto Revolver (1933), la cassetta Visoflex (1935) ed il carrello scorrevole (1937). Tutti e tre gli accessori permettevano l'osservazione e la messa a fuoco su un vetro smerigliato finissimo , spesso munito di stigmometro centrale o di mire a crocino , con la possibilità di montare oculari di forte ingrandimento e quindi di ottenere una messa a fuoco di assoluta precisione , messa a fuoco che nel caso del piatto Revolver e del carrello scorrevole , veniva mantenuta con tolleranze sull'ordine del centesimo di millimetro quando al posto del vetro smerigliato si faceva scivolare il corpo macchina. Sostanzialmente il piatto Revolver ed il carrello scorrevole costituivano uno il miglioramento dell'altro perchè il principio era il medesimo (ottica montata anteriormente e vetro smerigliato montato posteriormente e complanare con il corpo macchina il cui piano pellicola veniva a trovarsi esattamente sul piano del vetro smerigliato). Nel caso del piatto Revolver macchina e vetro smerigliato erano montati su un disco rotante che , ruotato di 180° , portava la fotocamera nella posizione dove prima si trovava il vetro smerigliato su cui si era fatta la messa a fuoco , nel caso della slitta scorrevole non era più necessario ruotare un piatto ma la sostituzione avveniva per scorrimento lineare. Il Visoflex era costituito da una blocchetto che si avvitava alla votocamera al posto dell'ottica e conteneva uno specchio a 45° argentato all'esterno (e quindi delicatissimo) grazie al quale l'immagine veniva riflessa ed inviata , ad un vetro smerigliato su cui era possibile montare differenti sistemi di ingrandimento. Era possibile montare un pentaprisma che permetteva la visione orizzontale , come nelle moderne reflex , e il blocchetto era munito , nella parte anteriore , di una filettatura 39x1 su cui si montavano le ottiche. Prima dello scatto lo specchio veniva alzato e quindi i raggi anzichè seguire la strada dello specchio per finire sul vetro smerigliato e poi attraverso il prisma all'occhio , viaggiavano diritti verso la pellicola. Ovviamente il Visoflex (ma anche il Revolver ed i successivi sistemi scorrevoli) se da un lato permettevano di controllare con estrema precisione inquadratura , messa a fuoco e profondità di campo , dall'altro costituivano un aumento della distanza tra obiettivo e fotocamera e quindi le ottiche non predisposte andavano benissimo in macro ma non potevano ovviamente più di focheggiare all'infinito. Era quindi necessario predisporre obiettivi ai quali fosse possibile togliere meccanicamente una parte della lunghezza fisica in modo che l'obiettivo , una volta avvitato sull'accessorio macro , si trovasse esattamente nelle stesse condizioni di quando sarebbe stato montato sulla fotocamera per riprese normali con escursione del fuoco fino all'infinito. Videro la luce le ottiche cosiddette "svitabili" la cui parte posteriore era costituita praticamente da un anello di prolunga rimovibile in modo da compensare il differente tiraggio dovuto alla inserzione dell'accessorio macro o della cassetta Visoflex ripristinando le condizioni di normale messa a fuoco fino all'infinito. La prima versione del Visoflex fu presentata con il Telyt 200 e questo accessorio aprì decisamente tutta una serie di nuovi orizzonti alla fotografia in piccolo formato. Il tradizionale soffietto in pelle necessario per focheggiare alle brevissime distanze non fu relegato in soffitta perchè , quantunque sempre più si andasse verso anelli di prolunga fissi più pratici e meno delicati , fu mantenuto nell'accessorio denominato "apparecchio universale per riproduzioni" sul quale normalmente si impiegavano ottiche di 5 cm di lunghezza focale. Erano possibili riproduzioni con rapporti di ingrandimento da 1:18 a 10:1 (cosa ancor mai realizzata fino ad allora con macchine di altro formato) e nel 1928 fu progettato l'accessorio chiamato "aggiunta micro" che permetteva di montare la Leica sui microscopi (cavallo di battaglia di Leitz) con possibilità di controllo dell'immagine laterale attraverso un rivoluzionario prismetto rotante che si poneva in una certa posizione durante la messa a fuoco e poi , nel pomento dello scatto , automaticamente si girava inviando così l'immagine alla fotocamera. Gli Stabilimenti Leitz divennero realmente benemeriti anche in campo scientifico offrendo possibilità di documentazione assolutamente straordinaria per quei tempi. Sebbene queste cose , lette oggi , possano far sorridere per la loro "ovvietà" bisogna considerare sempre che questi "giocattoli ottici" furono progettati e proposti sul mercato tra il 1928 ed il 1938 quando nei laboratori scientifici la documentazione fotografica era stata piuttosto marginale proprio per la difficoltà dovuta alle dimensioni delle apparecchiature ed alla conseguente scarsa praticità. Nella storia della Leica un grosso capitolo è costituito dalla ricerca della perfezione proprio in campo tecnico e scientifico , furono "pensati" e messi in cantiere innumerevoli accessori in alcuni casi assolutamente "geniali", in altri casi talmente complicati da far pensare che a Wetzlar fuori del reparto progettazione ci fosse un vistoso cartello con scritto "se una cosa è troppo semplice cerchiamo di complicarla". Resta il fatto che la fotografia tecnica e scientifica ha costituito per Leitz un fiore all'occhiello di portata oserei dire addirittura pari all'introduzione del piccolo formato e , in diverse puntate vista la vastità dell'argomento trattato , mi è venuto il desiderio di rivisitare tutta la produzione integrando le notizie , ove possibile , con le tabelle ed i dati tecnici che accompagnavano i vari accessori o che sono riportate sui registri di Wetzlar. Nelle puntate a venire parleremo di tutti i sistemi per riproduzione orizzontale , delle ottiche dedicate alla macro (Milar e Summar) , dei dispositivi per riprese ravvicinate progettate per il Summar 50 e per l'Elmar , dei sistemi per stampa a contatto ELDIA , delle versioni successive del Visoflex e dei sistemi avanzati per la fotografia in campo medicale , dagli endoscopi ai sistemi per la fotografia dentale ed oculistica. Insomma , alla fine dei miei sforzi di scrittura (e della vostra pazienza nel leggere) forse avremo tutti un quadro più completo su questo aspetto ingiustamente trascurato della Ernst Leitz Wetzlar. Saluti Rpo
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