a cura di: Valerio Dehó
Arte e spiritualità come risposta all’ emergenza del mondo contemporaneo. Artisti: Conrad Botes, Canan Dagdelen, Weng Feng, Gugginger Künstler, Mona Hatoum, Jenny Holzer, Elisabeth Hölzl, Johanna Kandl, William Kentridge, Sabrina Mezzaqui, Peter Sandbichler, Franco Vaccari, Made Wianta, Accademia di Urbino.
Catalogo: +positive, Verlag für moderne Kunst Nürnberg, ISBN 3-936711-42-9
Conferenza con dott.ssa Letizia Ragaglia in occasione della mostra attuale presso il Museion di Bolzano
International Wine Festival di Merano
Quest’anno si svolgerà la quarta edizione della grande mostra di vini selezionati in occasione del International Wine Festival di Merano. Quattro categorie suddivise e selezionate, verranno presentate la sera a Merano arte, e ad ogni categoria di vino verrà assegnato un premio. Particolarmente importante per il giudizio finale di questo concorso, sarà la combinazione migliore tra confezione e contenuto della bottiglia esaminata. Verrà premiata tanto la qualità del vino, quanto l’aspetto estetico della bottiglia e della confezione.
Relatori: Giorgio Cattaneo, Attivista dell’associazione “Yalla” (Mi) e “Spazi aperti” (Bz); Dario Tulipano, Linguista esperto di questioni israeliane
Il centro giovanile TilT in collaborazione con il comitato contro le guerre, Merano Arte, il Cultur Club Ost-West, presenta una serie di incontri dedicati ad alcune zone di conflitto contemporaneo: Iraq, Palestina, Darfur. L’obbiettivo che ci si è posto non è quello di proporre “La verità” su queste emergenze umanitarie, bensì di portare l’esperienza e l’interazione con persone che hanno diretta esperienza dei conflitti in atto nei suddetti paesi
Arte e spiritualità come risposta all’emergenza del mondo contemporaneo
+positive vuole capire e mostrare gli impulsi individuali, artistici e critici dati dalla guerra e le sue conseguenze. Da essi nasce una varietà di forme espressive che si rispecchiano nel campo del sociale, dell'individuale e spirituale. L'arte diventa piattaforma di un impiego umanitario così come specchio dei cambiamenti psichici e sociali causati dalla guerra.
Guerra e arte sono da sempre temi dai quali gli artisti hanno saputo trarre impulsi intellettuali e critici per le loro opere. E sono proprio il terrorismo mondiale e le continue situazioni di crisi dei nostri tempi, che costringono artisti e artiste a prese di posizioni attive, propagando, attraverso i mezzi dell'arte, la difesa dei valori individuali, umani e pacifici. L'arte assume dunque una forma di strumento d'illuminazione, che cerca, in modo sovversivo od offensivo, di contrattaccare agli intrighi di violenza e restrizione di libertà.
Jenny Holzer (USA) usa la penetrante pubblicità moderna come spunto per le sue idee, colloca in spazi pubblici aforismi, perle di saggezza, slogan o modi di dire su led luminosi, diffondendo tra la gente rilevanti messaggi sociali e politici.
Il lavoro di Johanna Kandl (A), presentato per la prima volta alla Biennale del Cairo dell'anno scorso, porta l'arte in strada, come nelle utopie politiche della fine degli anni sessanta, scegliendo i bambini come via di comunicazione privilegiata. In una stanza vengono posti dei palloncini gonfiati, sui quali vi sono delle frasi, che i visitatori possono portare con sé. Le citazioni politiche e filosofiche sui palloncini sono messaggi per il futuro, diagnosi, pronostici ed altre citazioni di donne di rilievo, come ad esempio Rosa Luxemburg, Indira Gandhi, Virginia Woolf o Haja Bejar. I testi sono stampati su una pelle sottilissima di gomma. Sono quindi "testi-aria", composizioni di aria che fluttuano nel cielo - messaggi che si dissolvono, ma anche, messaggi che ricordano le promesse di liberare la gente dalle catene della gravità, della terra e del lavoro. I palloncini sono quindi un media genuino, perché hanno una funzione critica e positiva.
Franco Vaccari (I), esponente del realismo concettuale italiano, fonde la propria arte nella poesia di ogni giorno, per dare un nuovo ritmo, una nuova concezione ai momenti dell'abituale realtà conosciuta. Attraverso i moderni mezzi tecnologici di comunicazione, soprattutto video, film e fotografia, cattura situazioni, persone o dettagli della realtà circostante per decontestualizzarli attraverso una tensione tra reale ed irreale, tra presenza e assenza.
Il progetto Times´ dell'Accademia di Urbino (I) prende in considerazione, in un video in tre parti, materiale audiovisivo dal mondo mediale. Con salti, passaggi temporali e spaziali, il progetto contrappone gli schemi della comunicazioni digitale e tecnologica alla percezione fugace e mutante della realtà.
Artisti di Gugging (A): L'esperienza dell'incapacità psichica a comprendere l'interno e l'esterno, a gestire ed abbinare in passaggi congruenti l'individuale con il culturale, ha messo in moto, tra gli artisti di Gugging, un potenziale creativo, che trova il suo senso nell'illogico, nel non- senso, nell'infantile, nell'inconscio e nell'astruso. È cosi che questi artisti creano un'espressione diretta della loro turbata esistenza conscia.
Mona Hatoum (GB): Nelle sue sculture, video ed installazioni l'artista libanese pone in primo piano la vulnerabilità dell'individuo e la violenza da parte del potere istituzionale. Punto centrale è il corpo - spesso il proprio corpo - che usa come medium nelle sue performances, video ed installazioni
Peter Sandbichler (A): L´artista austriaco lavora spesso con complesse strutture spaziali. L'uso di oggetti quotidiani come banchi di scuola, stipetti, letti d'ospedale, fanno riferimento a contenuti culturali, sociali e generazionali.
Strutture virtuali senza fine, vengono prima elaborate al computer per poi essere convertite in materiali e colori ed infine messe in relazione tra di esse. I lavori evocano, attraverso il loro linguaggio, ricordi d'architettura, d'arte applicata e visuale di diverse epoche e correnti, ma nel contempo attuali costruzioni del presente.
Made Wianta (Indonesia): L'opera complessiva dell'artista indonesiano è un pamphlet su "art and peace". Le sue videoproiezioni ed installazioni mostrano sequenze di notizie su attentati, scene da macello, spargimento di sangue ma anche raffigurazioni mitologiche. Le sue installazioni e performances avvengono il più delle volte nella semi oscurità, il che richiede concentrazione ed uno sguardo focalizzato da parte dello spettatore.
Sabrina Mezzaqui (I): L'artista italiana fonde il proprio lavoro nel chiaro e meditativo concetto dell'osservazione, che viene supportato dal momento solitario e spirituale del ricordo e della rimembranza. Le sue installazioni e proiezioni di ombre e luce possiedono una forza suggestiva, che avvicinano lo spettatore all'immaginazione di un rinvio temporale.
Canan Dagdelen (A): L´artista austro-turca Canan Dagdelen pone nelle sue opere la domanda sull'essere radicati, l'essere sedentari o forestieri, anche in relazione all'architettura.
"Il mio interesse principale nell'architettura va specialmente all'architettura degli inizi dell'islamismo nell'Asia occidentale e centrale. Cerco soprattutto di esporre prima di tutto il mio lavoro alla gente. Giocando con le direzioni delle costruzioni e girando la posizione di una casa o mettendo sottosopra elementi di architettura classica, vado incontro alla domanda sull'essere sedentari. Come si definisce la nostra esistenza nella mobilità dei tempi moderni? Quanto siamo veramente sradicati nel mondo globale?"
Weng Feng (Cina) fa parte della generazione dei giovani fotografi cinesi. Il suo sguardo coglie in modo sobrio e documentario la Cina dei cambiamenti sociali e politici, registrando la realtà tra tradizione e modernità, tra il passato e il futuro del suo paese.
William Kentridge (Sudafrica): L´artista sudafricano racconta nei suoi video, composti da disegni animati ed elaborati digitalmente, la pazzia dell'apartheid, ma anche la poesia e la solitudine di quelli che vivono dall´altra parte.
Conrad Botes (Sudafrica) associa nelle sue opere esperienze antiche e contemporanee come parte di una realtà complessa. Mondi di immagini storiche e mediali si accostano ad un'arte accattivante ed ironica, che, in modo del tutto inaspettato e stimolante, è proprio al centro della realtà.
Elisabeth Hölzl (I): Il tema nei lavori fotografici dell'artista meranese è la convivenza tra gente di culture diverse ed emarginate come i Rom. Le inquadrature sono documentarie e pongono, sommariamente ed accidentalmente, al centro della raffigurazione, allestimenti quotidiani e vitali come attributi di appartenenza culturale.