La fotografia ha molti molti punti in comune con il sesso. Possiamo vederne le varie fasi passo passo e la provi di tutto cio’ sara’ evidente a chiunque.
Per prima cosa diciamo che quando non si fotografa da un po’ l’esigenza fisica porta all’analogo fotografico della masturbazione, che nello specifico e’ cominciare a cercare ossessivamente di comperare nuove borse, obiettivi, corpi macchina, compatte, davvero qualsiasi cosa diventa importantissimo e sembra essere l’unico vero vincolo che ci impedisce di proseguire verso la strada maestra della fotografia. Un’altra possibilita’ e’ che ci si metta a scrivere di fotografia come in questo caso dove per altro potrei segnalare quando sia bella mi sembri davvero necessario sostituire la mia domke f5 che e’ strappata in varie parti ed e’ la borsa che uso di piu’ con una nuova f5 di tessuto ruggedwear, che e’ davvero bellissima, come per altro anche una f2 color militare sarebbe quasi necessaria.. per no parlare di aggiornare un po’ la mia attrezzatura magari con una x-pro2 che resta per adesso un sogno..va beh sorvoliamo e continuiamo con le similitudini.
Le chiacchiere da Bar, ci sono quelli che si vantano di mille cose, ma sai che non hanno mai concluso nulla, quelli che si vantano e purtroppo sai che e’ sempre tutto vero e resti a chiederti come mai ci siano persone cosi’ al mondo, quelli che lasciano intendere e da gentiluomini preferiscono non “scendere nei dettagli”.
Ci sono quelli che vanno in meta con il loro fisico da scalatori come Alberto Bregani e quelli che ci vanno con la loro parlantina e con il saper sempre far ridere come Luca Rubbi, quelli che si lamentano sempre e sperano nell’istinto materno che a quanto pare non e’ cosi’ diffuso.
Quando poi arriviamo al dunque, al concretizzarsi dell’atto, sia fatto per amore sia occasionale, abbiamo lo stesso entusiasmo, la stessa adrernalina, anche se, come spesso accade c’e’ anche e sempre quel pizzico di delusione, si sarebbe potuto fare qualche cosa di piu’, potevano essere i preliminari, poteva essere quella cosa che ti aspettavi e non e’ accaduta o non e’ durata abbastanza, o quell’altra a cui non ha acconsentito. Insomma la perfezione e’ sempre da un altra parte, nei libri forse, ma difficilmente nella realta’ dove le cose hanno sempre bisogno di qualche compromesso per accettarle. E cosi’ ci sforziamo ogni volta di piu’ o ci lasciamo trascinare per vedere come va, nel mare ondoso della vita. Pero’ abbiamo concluso e non c’e’ paragone con l’analogo del sesso a pagamento, il famigerato model sharing, abbiamo prodotto qualcosa, schizzato sulla carta una perte di noi, umida e appiccicosa.
E quando quei fogli in fila assumono l’aspetto di qualcosa, sorgono le responsabilita’, l’impegno che spesso puo’ portare alla fuga, e che comunque non durera’. Prima o poi dobbiamo chiudere, e lo sappiamo, ci rendiamo improvvisamente conto che lo sappiamo già da tempo, e quando ci decidiamo a lasciarlo volare con le sue ali una spossatezza che impedisce qualsiasi movimento ci prende, non riusciamo nemmeno più a pensare alla fotografia, pensiamo che non lo faremo piu’, che avevamo tutto e l’abbiamo perso, continuiamo a pensare a cosa potevamo fare in modo diverso, cosa potevamo cambiare.. e poi, alla fine ci ricaschiamo sempre, sara’ diverso, sara diversa, sara’ un’altra cosa, ma il brivido, il brivido quello sara’ sempre ineguagliabile.