Invece della solita recensione neutra o positiva vorrei apertamente scogliare l'acquisto di due libri.
Nel gia' scarno mondo dell'editoria fotografica italiana mi sono imbattuto in due titoli:
Pino Bertelli "Della fotografia situazionista" Edito dalla Citta' del Sole a Euro 25 e Fotografia come terapia - attraverso le immagini di Luigi Ghirri di Anna D'Elia Ed. Meltemi per Euro 13.
Del primo forse poteva mettermi in guardia il titolo completo (che non appare in copertina) "Storia ereticale della fotografia sociale sulle scritture e i simulacri fotografici della civilta' dello spettacolo nell'epoca della simulazione e dell'impostura critica radicale del linguaggio iconologico come linguaggio politico religioso e artistico mercantili" (????).
L'utilizzo nel libro di frasi come: (cito a memoria) per chi va ad impiccare preti con le budella dei padroni la domenica e' un giorno come un altro. Svilisce e rende inutili anche pezzi in cui si parla davvero di fotografia. Purtroppo 25 euro buttati.
Il secondo di cui metto la nota che ho trovato si micamera.com: "La fotografia aiuta a pensare, intrecciare storie, mettere in relazione indizi e trovare nuovi significati alle cose. La fotografia aiuta a ricordare, a collegare eventi lontani, a guardare oltre l'apparenza, a districarsi nel labirinto dei segni. Anna D'Elia ci propone un percorso che passa dalle riflessioni critiche al racconto prendendo spunto da alcune foto di Luigi Ghirri, grande fotografo italiano scomparso da pochi anni. Che vita scorre in quegli esseri umani che Ghirri fotografa? Quali gioie, memorie o dolori si sono svolti nei luoghi fissati da quelle foto? Mentre la fine del millennio è minacciata da un'overdose di cattive immagini che provoca patologie del vedere e del vivere e l'occhio della macchina si sostituisce a quello dell'uomo, sancendo la doppia perdita della visione e della narrazione, questo libro aiuta a individuare gli sguardi malati, a ritrovare gli sguardi perduti, a superare le difficoltà, i limiti, le ossessioni causate dall'odierna inflazione visiva.
Anna D'Elia, critica e storica dell'arte, insegna Pedagogia dell'Arte presso l'Accademia di Belle Arti di Bari. Ha pubblicato, oltre ad alcuni racconti: L'universo futurista (1989), Le città visibili (1990), Pensare la città (1997)."
Semplicemente dimenticatelo, frammenti di discorso che vengono in mente all'autrice "forse" guradando una delle foto di ghirri, fantasticando su quello che si vede nell'immagine. Niente psicologia interpretazione e niente soprattutto fotografia.