Un chilometro di Basilico
Di mauro (del 25/10/2007 @ 13:34:00, in Mostre, linkato 1470 volte)
«Restituisco a Milano i miei trent'anni di immagini: vivetele con creatività». Iniziativa della Fondazione Catella
«Sono un medico visivo, mostro le ferite della città. Un mio testo guida è "Il libro dell'Es" dello psicoanalista Groddeck: lui sviscerava gli angoli oscuri dei pazienti, li trasformava in storie su cui riflettere. Io mi soffermo sul corpo della città per trarne immagini da meditare. Ascolto con gli occhi. Con sguardo estetico e compassionevole, sulla scia di grandi osservatori: uno su tutti, Alberto Savinio ».
Fino a febbraio, centocinquanta sguardi del «medico visivo» Gabriele Basilico, fotografo di fama mondiale, saranno visibili sul perimetro del grande cantiere a Porta Nuova, a cavallo di via Melchiorre Gioia. L'idea di «fasciare» i lavori in modo creativo («Intervento di public art» dice Basilico) è della Fondazione Riccardo Catella, che ha recuperato in zona un'ex fabbrica di saponi in stile liberty per farne un centro culturale. «Le mie immagini interagiscono con una terra di confine: da una parte l'Isola, dall'altra lo skyline di una metropoli che desiderava essere la testa di ponte dello sviluppo economico nazionale, negli anni 60. Da allora tutto è rimasto sospeso. La mancanza di coraggio urbanistico ha lasciato che la ferita urbana incancrenisse. Nel mio chilometro, in realtà poco più di 800 metri, anche immagini che documentano questa zona un po' privata: ho abitato lì vicino. Foto dagli anni '70 al 1996, un come eravamo che restituisco alla città».
I lavavetri appoggeranno spazzola e stracci sulle foto, i graffitari le marchieranno, i cani alzeranno la zampa sui silenzi metafisici delle immagini, qualcuno le trasformerà in fondali romantici con vista sulle betoniere, i viados si aggiusteranno tacchi e reggiseno lì davanti. «È la prima volta che espongo per strada, la mia invidia per graffitari e artisti alla Keith Haring non ha più ragione di essere. Mi aspetto che le foto vengano vissute con creatività. Mi auguro pochi spegasci. Mostro la città che non c'è più intorno alla città che ci sarà. Opere come la fiera di Fuksas, il quartiere Santa Lucia di Norman Foster, la Falk di Piano e la Bicocca di Gregotti sono segnali positivi. Si dice che Milano sia mossa solo dal denaro. Basta conoscerla un po' e amarla un po', per scoprire che c'è sete di cultura, energia da incanalare».
http://www.corriere.it/vivimilano/arte_e_cultura/articoli/2007/10_Ottobre/23/mostra_basilico.shtml
Gia' che ci siamo vi segnalo anche: Basilico, 90 scatti per raccontare Bari
http://www.repubblica.it/2006/08/gallerie/spettacoliecultura/basilico/basilico.html
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