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FOTOgraphia 130
Di mauro (del 17/05/2007 @ 12:01:25, in FOTOgraphia, linkato 1734 volte)


Diffidate delle rievocazioni televisive del Settantasette, che commemorano i trentanni da fatti italiani del 1977, appunto. che definirono un disagio sociale dai mille risvolti, alcuni perfino tragici. Diffidate perché nel frattempo un certo giornalismo italiano è stato assorbito dalla mondanità dei nostri giorni, che antepone l’apparire all’essere, lo sfoggio superficiale all’approfondimento, l’esibizione al confronto. Soprattutto. in molte trasmissioni televisive abbiamo assistito più alla celebrazione personale di alcuni (presunti) protagonisti di quella lontana e controversa stagione, che da quei palcoscenici pubblici presero il via per successive proprie carriere personali. molte delle quali coltivate all’interno di un giornalismo vissuto a stretto contatto (di gomito) con la politica italiana. E di questo si sta soprattutto parlando, limitandosi spesso a una visione egocentrica di assoluto appagamento individuale.

Fotograficamente parlando, quella del Settantasette e dintorni fu un’epoca ricca di impegno e concentrazioni. che coinvolse una identificata serie di fotogiornalisti. A differenza del panorama politico e sociale internazionale, che datò i propri sommovimenti agli anni del precedente Sessantotto che in Italia fu più pallido che altrove e che, in modo particolare, non produsse una significativa corrispondenza fotografica, i movimenti giovanili del Sessantasette ebbero un sostanzioso accompagnamento fotogiornalistico. Purtroppo, lo ricordiamo bene, non tutto fu chiaro e limpido, e in quell’occasione si manifestarono anche complicazioni fotografiche almeno dubbie e inquietanti. Tra tanto, ricordiamo bene che proprio allora si cominciò anche a parlare della fotografia come documento di identificazione poliziesca dei manifestanti. Così che, a conseguenza. nacquero diffidenze e controversie proprio tra il cosiddetto movimento” e i fotografi, ai quali molto spesso si è impedito di esercitare il proprio mestiere. Alcune delle figure dei fotografi ben visti e accettati non furono trasparenti nelle proprie azioni: e su questo, a porte chiuse, potremmo anche parlare.

Per quanto, non possiamo però ignorare la statura di quei fotografi che allora furono testimonianza palpitante della vita e del tempo, affermando con forza e concentrazione il valore di un fotogiornalismo originale e indipendente nella pro pria visione e funzione sociale. Tra i tanti, ci concediamo un nome sopra e per tutti. Quello di Tano D’Amico, I cui occhio attento ha prodotto una straordinaria serie di immagini del nostro paese, non soltanto del Settantasette, sia chiaro, che sono irrinunciabile patrimonio visivo della nostra stessa vita. A cura di Marco Delogu e Giovanna Calvenzi, l’attento programma FotoGrafia di Roma ha allestito una sua personale, appunto indirizzata alla fotografia giornalistica e sociale di quegli anni: E’ il ‘77 non è una selezione che deve esaurirsi nei giorni della propria esposizione romana, fino al tredici maggio al Museo di Roma in Trastevere, ma deve esse re veicolata in altri luoghi e date a seguire.

Maurizio Rebuzzini