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FOTOgraphia 129
Di mauro (del 21/04/2007 @ 06:35:21, in FOTOgraphia, linkato 1766 volte)


Fotografia è un contenitore ampio, all’interno del qua le si manifestano diverse interpretazioni e valutazioni: a ciascuno, la propria. Tanto è vero che di foto grafia si parla con infiniti riferimenti ed eterogenei richiami, che a volte hanno pochi punti di contatto tra loro: dalla storia al linguaggio espressivo, dal commercio ai valori tecnici, a emozioni individuali. Per comodità, spesso si attribuiscono anche etichette di certezza. Come si fa in cucina, dove si vuole distinguere il barattolo dello zucchero da quello del sale, molte volte anche la fotografia è classificta entro confini certi, per lo più di genere.

Ognuno ha le proprie preferenze, che malauguratamente possono indurre a stabilire gerarchie, che elevano alcuni aspetti della fotografia a scapito di altri. Personalmente, siamo distanti da questo modo di vedere e giudicare, e apprezziamo la fotografia nel proprio complesso e insieme, senza soluzione di continuità. Alcuni aspetti fotografici ci piacciono più di altri, ma in generale non chiudiamo alcuna porta. Per quanto siamo consapevoli di seguire con maggiore attenzione alcune manifestazioni della fotografia, più di altre, in assoluto prendiamo atto di tutte, anche di quelle che ci lasciano sostanzialmente indifferenti, se non già addirittura perplessi.

Tanto che, pur evidenziando spesso punti di vista leggeri, siamo soliti dare spazio redazionale al più concentrato fotoreportage, che qualcuno ha etichettato come “genere fotografico facile”, perché non farebbe altro che raccogliere il solo svolgimento della vita. Certamente, si può attribuire spessore ad altre creatività di personalità visiva coreograficamente più esuberante, ma -altrettanto certamente- c’è del fotoreportage che è racconto di esistenze: oggi, come pure nel lungo e luminoso cammino della storia evolutiva del linguaggio fotografico.

Ora, un sostanziale rammarico. Su questo numero, da pagina 34, presentiamo l’Unicef Photo of the YearAward, che raccoglie e valuta fotoreportage di consistente profondità, nei quali i singoli fotografi autori si sono impegnati in approfondimenti di istanti della vita contemporanea, spesso tragici, genericamente ignorati dal pubblico. Sono tutti servizi di con centrata combinazione tra immagini e testi di accompagna- mento. Si tratta di materiale che meriterebbe visibilità di so stanza, oltre la nostra limitata segnalazione. Si tratta di foto grafia che non si esaurisce nel proprio esercizio, magari formale piuttosto che estetico, ma di fotografia che offre straor dinari spunti di meditazione individuale. Di fotografia che accresce l’anima di ciascuno di noi, nella speranza di poter fa re qualcosa per rimediare ai mali che accompagnano la nostra esistenza, trascurati da tanto giornalismo internazionale, ma segnalati dall’impegno personale di attenti fotogiornalisti. Molte di queste autentiche ingiustizie sono determinate dal mantenimento di uno stile di vita occidentale “a scapito di”. Purtroppo, come evidenziano le immagini di Unicef Photo of the YearAward, sempre più spesso “a scapito di bambini”.

Maurizio Rebuzzini