… E SE URLSASSI IN SILENZIO?
collettiva a cura di Emanuele Catellani
artisti: Candido Baldacchino, Pietro Bologna, Davide Carrari, Emanuele Catellani, Nicola Digirolamo, Flaviano Poggi
testo critico di Claudia Giraud
dal 29 settembre al 21 ottobre 2006
inaugurazione: giovedì 28 settembre 2006 - dalle ore 19:00
orari: dal lunedì al venerdì - dalle 15 alle 19, sabato solo su appuntamento, domenica chiuso
ZUMA [foto+grafica] - via Monginevro 1/bis - 10138 Torino
tel: +39.011.3821180 fax: +39.011.3821170
mail: info@zumagallery.com
web: www.zumagallery.com
Qualcuno sa com’è fatto il silenzio? Si conosce, invece, la conformazione e l’estetica dell’urlo? Sono differenti? O sono molto simili?
Urla silenziose. Stati d’animo repressi. Paesaggi caotici, ma silenti. Sono i soggetti delle opere fotografiche esposte nelle sale di Zuma per la collettiva …e se urlassi in silenzio?.
Fulcro della mostra due entità estreme e lontane fra loro: l’urlo e il silenzio. Ogni artista si è calato nel ruolo, ha occupato uno spazio della galleria e l’ha fatto suo, dando vita a situazioni differenti. Vicinissime, ma completamente diverse. E' il modo differente di percepire abitualmente il silenzio e l’urlo, la rassegnazione e lo sfogo, la passività e la partecipazione, che porta alla propria visione personale. Due sentimenti e due sensazioni che dissociano, ma che sono strettamente collegate fra loro. Due realtà, ma la stessa entità. Due rami, ma la stessa radice.
Il medesimo sfogo, quindi, ma espresso con diversi occhi. Si passa dall’ironia di Davide Carrari all’immobilità di Candido Baldacchino; si continua con la visione calma, ma tagliente di Nicola Digirolamo e la denuncia di Pietro Bologna; per finire con la percezione grottesca di Flaviano Poggi e la staticità temporale e fisica di Emanuele Catellani.
…e se urlassi in silenzio? vuole essere uno sfogo a cielo aperto verso i paradossi che accompagnano abitualmente la nostra esistenza. Immersi, anche involontariamente, nei canoni occidentali e del consumo imposti dai mass media e dal denaro, siamo circondati da diverse forme di assurdità parossistiche. E’ per questo motivo che, una volta consci, urliamo la nostra rabbia, la nostra indignazione. Ma è un urlo ormai debole, stanco, accasciato, sfibrato… sostanzialmente silenzioso.