Appello per il presente e il futuro del
Centro Sperimentale di Cinematografia
Il taglio del Fondo Unico dello Spettacolo e l’inadeguatezza dell’attuale Amministrazione del CSC rischiano di compromettere quel servizio pubblico che da più di 70 anni il Centro Sperimentale di Cinematografia garantisce: la conservazione, il recupero e la diffusione del patrimonio culturale del cinema italiano accanto alla sperimentazione e alla formazione alle professioni del cinema.
In oltre 70 anni di storia il CSC ha formato tra i più grandi autori, professionisti ed attori del cinema italiano, svolgendo attività di formazione (attività didattica, sperimentazione, produzione filmati degli allievi con apertura al mercato audiovisivo), ha conservato, restaurato, tutelato e diffuso il patrimonio culturale cinematografico italiano (film, manifesti, foto, libri, sceneggiature originali), ha realizzato e promosso una produzione editoriale specialistica e di settore (la rivista Bianco & Nero, le collane storiche, la monumentale Storia del Cinema Italiano in corso di pubblicazione), garantendone l’accesso al pubblico, agli studenti, ai ricercatori, nelle forme della catalogazione, della fruizione dei materiali, della diffusione del patrimonio, anche attraverso rassegne, mostre, pubblicazioni.
Negli ultimi quattro anni con la Presidenza Alberoni, senza quel rilancio promesso e mai realizzato, il CSC ha registrato una progressiva perdita di prestigio e ha vissuto in un sostanziale isolamento culturale.
Il decreto legislativo n.32 del 2004 e il conseguente Statuto del CSC ne hanno, tra le altre cose, modificato le finalità; rimaneggiandone la dimensione culturale a vantaggio di una visione puramente amministrativa. Hanno modificato i poteri degli organi collegiali e ridotto le specifiche competenze richieste; diminuito il ruolo del Comitato Scientifico; modificato i poteri e la composizione del Cda aprendolo a qualsivoglia soggetto privato pagante; prorogato i tempi di nomina del Presidente e di rielezione degli organi.
In questi anni il progetto di ricognizione dell’intero patrimonio filmico della Cineteca, avviato dalla precedente Presidenza, non è stato adeguatamente sostenuto; la pubblicazione on-line del patrimonio iconografico della Fototeca, avviato già dal 1999 e ripreso nella attuale Presidenza, è attualmente bloccato; il tanto pubblicizzato Dipartimento di Cinema Digitale è oggi solo un virtual set di dimensioni e attrezzature inadeguate e scarsamente utilizzate.
La mancanza di una chiara programmazione e organizzazione delle attività ha comportato un progressivo disconoscimento delle professionalità del personale dipendente e uno svilimento delle competenze acquisite.
Non solo: si è favorita la nascita di nuove sedi distaccate regionali (Lombardia e Sicilia), a scapito di un adeguato investimento nelle attività e nei corsi ordinari della Sede nazionale di Roma.
Il colpo finale è arrivato con il taglio del FUS operato dal Governo Berlusconi che ha prodotto immediati effetti sulla condizione dei lavoratori -aggravandola ulteriormente- e immediati riflessi sull’offerta didattica e sulla gestione complessiva delle attività di sperimentazione e di restauro che da sempre costituiscono la missione del CSC. In particolare:
Accanto alla consueta pubblicazione del Bando di Concorso per CINEMA DI ANIMAZIONE per la Sede di Torino, con il sostegno economico della Regione Piemonte, per la Sede di Roma non è stato dunque emesso il tradizionale Bando di concorso triennale per i corsi di FOTOGRAFIA, MONTAGGIO, PRODUZIONE, REGIA, SCENEGGIATURA, SCENOGRAFIA - ARREDAMENTO - COSTUME, TECNICA DEL SUONO.
Il Cda ha deliberato esclusivamente a favore di un Bando riservato al CORSO DI RECITAZIONE (docente di riferimento Giancarlo Giannini già Consigliere nel Cda).
Attenzione e risorse istituzionali sono state concentrate a vantaggio della nuova Sede di Milano,finanziata dalla Regione Lombardia, per la quale la Presidenza e gli Organi hanno previsto il lancio di nuovi corsi di durata annuale, originariamente non presenti nel Piano delle attività formative del CSC (LABORATORIO AVANZATO DI CREAZIONE E PRODUZIONE FICTION; LABORATORIO AVANZATO DI REGIA DI CINEMATOGRAFIA D'IMPRESA E PUBBLICITÀ).
Il taglio al volume delle attività istituzionali e la riduzione degli orari di apertura della Sede di Roma hanno prodotto evidenti ricadute negative per le attività di produzione, di formazione, di diffusione culturale del patrimonio cinetecario, mettendo seriamente in pericolo anche l’attività del Cinema Trevi.
A seguito della legge cinema del 2004 e con l’autorizzazione firmata in extremis e a fine legislatura dal Ministro Buttiglione, la Presidenza Alberoni ha attuato la cessione di un ramo di azienda, attraverso la costituzione, a totale carico del CSC, di una SRL per l’esternalizzazione delle attività di produzione, legate alla realizzazione delle esercitazioni degli allievi e dei film di diploma. Sostituendosi alla Fondazione, la SRL potrà produrre conto terzi, gestire sale cinematografiche e teatrali, realizzare pubblicazioni editoriali, promuovere mostre ed eventi.
La situazione è fortemente critica. Occorre intervenire rapidamente con un chiaro progetto di rilancio, condiviso e riconosciuto dalle forze sociali, politiche, culturali e imprenditoriali del settore, mantenendo inalterato i ruoli di servizio pubblico e di scuola nazionale per le professioni del cinema, da sempre esercitati e riconosciuti per legge al Centro Sperimentale di Cinematografia.
E’ necessario:
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Recuperare una visione organica del CSC nelle sue funzioni e finalità, guardando alle potenzialità che il decreto di trasformazione 426 del 1997 e la legge 122 del 1998 avevano già garantito.
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Assicurare il pieno svolgimento del ruolo pubblico di un ente come il CSC da sempre centro di formazione di eccellenza, modello per la costituzione delle scuole di cinema internazionali e - attraverso la sua Cineteca Nazionale - garante della tutela del film come bene culturale.
Obiettivi che possono e devono prevedere l’attribuzione di fondi pubblici certi accanto ad un serio progetto di investimento anche con soggetti privati (sponsorizzazioni, partenariato per la valorizzazione dei diversi settori, etc.)
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Predisporre, rapidamente, una legge per il cinema, in linea con il programma di governo dell’Unione, nella quale sia previsto un fondo di garanzia per il cinema e l’audiovisivo oltre a un modello gestionale in grado di creare una reale sinergia tra le diverse competenze assegnate a soggetti istituzionali diversi (Centro Sperimentale di Cinematografia, Cinecittà, Istituto Luce)
Il cinema non è solo industria. E’ linguaggio, espressione artistica, cultura. E’ fondamentale per la costituzione stessa dell’identità e della diversità culturale del nostro Paese.
Ci rivolgiamo al Governo e lanciamo un appello ai partiti politici, al mondo della cultura e del cinema, ai giornalisti e ai critici, ai rappresentanti dell’industria cinematografica e audiovisiva, agli studenti e ai docenti universitari, ai cittadini, affinché si salvaguardino il ruolo, la funzione, l’esperienza, la storia, il prestigio nazionale e internazionale che devono rappresentare non solo il passato, ma il presente e il futuro del Centro Sperimentale di Cinematografia.
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