%> dBlog
Il potere delle donne
Di mauro (del 20/03/2006 @ 11:15:33, in Mostre, linkato 1510 volte)
Dal 11 marzo al 11 giugno 2006
Il potere delle donne
Galleria Civica di Arte Contemporanea, via Belenzani, Trento. Inaugurazione il 10 marzo 2006 alle ore 18.00.
L’universo femminile e la sua posizione all’interno della società contemporanea sono i temi dominanti della mostra che la Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento inaugura il prossimo 10 marzo. Il potere delle donne presenta tre differenti punti di vista sulla “questione femminile”, con altrettanti curatori – Luca Beatrice, Caroline Bourgeois e Francesca Pasini – che, per storia cultura e genere, manifestano visioni diverse sui risvolti del ruolo assunto dalle donne oggi. L’esposizione si inserisce in un momento di rinnovato dibattito sociopolitico sulla donna, rietà percorrendo attraverso l’arte contemporanea l’evoluzione del suo ruolo  nella società occidentale e aprendo questioni scottanti, tra cui la partecipazione delle donne alla gestione del potere e del loro accesso in politica, il riconoscimento del ruolo fondamentale svolto dalle donne nei processi sociali, oppure le resistenze ancora in atto rispetto alla volontà di autodeterminazione e autorappresentazione della donna oggi.
In mostra si parte da un punto di vista maschile, interpretato da Luca Beatrice, che continua a vedere la donna come oggetto del desiderio e simbolo sessuale. Ecco allora la femminilità elegante rappresentata nelle celebri fotografie di Helmut Newton, la visione di floridità femminile da vecchio magazine di John Currin, fino alla posizione, un tempo considerata triviale e deteriore, di un grande regista cinematografico come Russ Meyer. Non manca la voce delle stesse donne, che in questa sezione sono quelle che giocano a turbare la quiete maschile con immagini forti e provocatorie, basti citare la serie fotografica Pissing Women di Sophy Rickett.
Il punto di vista di Francesca Pasini, invece, tende a riprendere le fila di una modalità femminile di fare arte. Con esempi che vanno da Marisa Merz a Eva Hesse, da Kiki Smith a Vanessa Beecroft, si esemplifica un percorso che vede non solo l’accrescimento della percentuale di presenza femminile nel mondo dell’arte, ma anche l’insinuarsi con orgoglio di modalità “deboli”, di una sensibilità quotidiana e decorativa tipicamente femminile che ha influenzano gradualmente anche le immagini create dagli uomini.
Non poteva mancare, infine, l’ala più estrema, quella che dalle radici del femminismo degli anni Settanta ha fatto del corpo e della femminilità degli strumenti di provocazione, delle armi da sbandierare per manifestare all’uomo le sue naturali debolezze. È Caroline Bourgeois che si occupa di questa sezione, ripercorrendo la strada del femminismo nell’arte attraverso le opere di artiste come Joan Jonas, Valie Export o Annette Messages, per arrivare al lavoro di una giovanissima come Regina Galindo, vincitrice del Leone d’oro all’ultima Biennale di Venezia. le cui azioni pongono il problema dell’autoderteminazione della donna in quei paesi del mondo che mantengono ancora legislazioni e culture maschiliste e autoritarie.
All’interno della mostra è inserito, infine, anche un nucleo di documentazione (libri, opuscoli, video, libri d’artista) del Centro Franklin Furnace di Martha Wilson che a New York dagli anni Settanta ha compiuto un ampio lavoro di promozione e di divulgazione delle tematiche femminili.
La Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento con questa mostra prosegue la sua linea di ricerca tesa ad analizzare non solo l’ambito artistico, ma anche quello sociale. L’arte come in molti altri casi diviene  un recettore che indica un cambiamento in atto: questo ambito di indagine può suggerire gli sviluppi futuri della questione anche a livello più allargato. Se nella società si parla della necessità di garantire alle donne adeguati spazi negli organismi dirigenziali, nel mondo dell’arte in realtà sempre più donne accedono alla carica delle più prestigiose istituzioni internazionali. Significa che dovremo aspettarci una società sempre più dominata dalle donne? I privilegi maschili sono realmente finiti? Le donne contribuiscono a creare un potere caratterizzato ed “alternativo”? Stiamo arrivando alla parità, all’uguaglianza, o all’uniformazione dei sessi?
A latere della mostra, una serie di tavole rotonde tra esponenti dell’arte e della società tenteranno di rispondere anche a questi quesiti.
Il numero 15 di “Work. Art in progress”, la rivista della Galleria Civica, fungerà da catalogo della mostra proponendo ampi servizi con i testi dei tre curatori.