RADICI D'ACQUA
Chiostri di San Domenico, V. Dante Alighieri 11, Reggio Emilia
4 Dicembre 2005 - 8 Gennaio 2006
Inaugura Sabato 3 Dicembre nelle sale espositive dei Chiostri di San Domenico a Reggio Emilia la mostra Radici d'acqua. L'esposizione presenta un progetto di ricerca fotografica a cura di Daniele De Luigi, promosso dalla sezione reggiana dell'Associazione Italia Nostra da un'idea di Maria Montanari e realizzato in collaborazione con l'Assessorato Cultura del Comune di Reggio Emilia e i Musei Civici. Cinque giovani artisti sono stati selezionati e invitati a produrre una serie di immagini nella Provincia di Reggio Emilia sul tema dell'acqua, elemento che fin dalle origini ha fortemente caratterizzato questo territorio da un punto di vista sia naturale che sociale e culturale. La mostra intende proporre una riflessione sui suoi molteplici valori materiali e simbolici di bene comune, sul senso della sua presenza storica e attuale nel paesaggio, e di conseguenza sull'importanza della sua tutela.
La particolarità di questo progetto nasce dalla convinzione che per comprendere il territorio è sempre più necessario andare oltre il paesaggio, oltre cioè la pur importante identità estetica dei luoghi. L'idea che sta alla base di quest’operazione è che diverse forme di rappresentazione fotografica, oltre alle vedute paesaggistiche, possano contribuire a restituire nella sua irriducibile complessità la specificità dei luoghi, nei propri valori simbolici, elementi di memoria storica, aspetti antropologici.
È in tale prospettiva che si è deciso di coinvolgere artisti la cui fotografia si rifà a linee di ricerca anche molto differenti, frutto delle diverse eredità confluite nella giovane fotografia contemporanea, e solitamente estranee a questo tipo di committenza, richiedendo loro di seguire il proprio percorso personale allineandolo agli obiettivi del progetto.
Teodoro Lupo (Treviso, 1975) è legato all’idea di paesaggio come indagine analitica sul territorio.
La concretezza a cui sono improntate le sue fotografie è costruita sulla chiarezza nel mostrare opere idrauliche poco invasive, corsi d’acqua secondari, dettagli marginali che impegnando il nostro sguardo celano l’attenta struttura delle immagini.
Vincent Breton (Salon de Provence, 1971). Nelle sue immagini in un intenso bianco e nero, l’apparenza fredda e inerte di imponenti opere di ingegneria idraulica viene affrontata avvicinandosi ad esse, osservandone i particolari, rintracciandovi i segni del tempo, nel tentativo di penetrarne la superficie per schiuderne le possibilità interpretative.
Marco Manfredini (Milano, 1974) sceglie di seguire un "dogarolo" in diversi momenti del suo lavoro, trascorrendo con lui interi giorni attraverso la pianura reggiana. Il suo racconto è affidato ora alla dialettica interna alle immagini, ora alla metafora, alternando con disinvoltura fotografie còlte sul momento ad altre più studiate e simboliche.
Marco Campanini (Parma, 1981) ha realizzato una serie di “vedute” prese a volo d’uccello su antiche mappe topografiche del reggiano, reinterpretando il genere settecentesco della promenade picturale. Le sue fotografie riflettono sulla storia e il territorio invitando alla riflessione sulla realtà e i livelli della sua rappresentazione.
Federica La Rosa (Basilea, 1971) fonda la sua fotografia sull’empatia con l’ambiente circostante e sulle sensazioni che le suscita, lasciandosi coinvolgere nel contatto fisico con l’elemento e dichiarando la propria presenza nella natura come parte di essa, in una visione intima che si sviluppa su valori simbolici universali.
In occasione della mostra, si terranno presso l'Auditorium dell'Istituto musicale "Achille Peri", in V. Dante Alighieri, 11 a Reggio Emilia, (sede da confermare) una serie di conferenze.
Vedo qualche immagine http://www.municipio.re.it/museo/museire.nsf/Pagine/CFF95A54F38742A0C12570B2002E883B?OpenDocument