Il 2 agosto 1980, alle ore 10,25, una bomba esplose nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna.
Lo scoppio fu violentissimo, provocò il crollo delle strutture sovrastanti le sale d'aspetto di prima e seconda classe e di circa 30 metri di pensilina. L'esplosione investì anche il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario. Il soffio arroventato prodotto da una miscela di tritolo e T4 tranciò i destini di persone provenienti da 50 diverse città italiane e straniere.
Il bilancio finale fu di 85 morti e 200 feriti.I vigili del fuoco dirottarono sulla stazione un autobus, il numero 37, che si trasformò in un carro funebre. E' lì che vennero deposti e coperti da lenzuola bianche i primi corpi estratti dalle macerie…
La città di Bologna si trasformò in una gigantesca macchina di soccorso e assistenza per le vittime, i sopravvissuti e i loro parenti.
(Brano tratto dal sito internet dell'Associazione Familiari delle Vittime "2 Agosto")
La mostra fotografica si snoda su un doppio percorso di immagini. Il primo racconta la strage con i volti e gli occhi dei soccorritori, non solo sanitari, attraverso le immagini d’archivio, fra cui quelle di Paolo Ferrari, fotoreporter bolognese, collaboratore del quotidiano Il Resto del Carlino.
L’altro percorso è costituito da una serie di scatti originali, a cura di Paolo Righi, e delinea il sistema dell’emergenza di oggi, fatto di organizzazione e tecnologia praticate da professionisti altamente specializzati, segnato nella sua stessa origine dalla strage.
La mostra è corredata da catalogo, pubblicato da Minerva Soluzioni Editoriali (Bologna) e video-catalogo digitale, e da un video originale che raccoglie testimonianze inedite di soccorritori di allora e di protagonisti del soccorso oggi.