Gli anni compresi fra il 1948 e il 1960 segnano un periodo cruciale della storia italiana recente, caratterizzato da un clima di rinnovamento che coinvolge ogni settore del tessuto produttivo e creativo dell’Italia. È la fotografia d’autore, presente in mostra attraverso le espressioni dei suoi principali protagonisti, a immortalare il volto della nazione, secondo quello spirito realista che informava di sé gran parte della produzione artistico-culturale degli anni Cinquanta.
In mostra circa 150 opere (molte delle quali con stampe originali dell’epoca), scelte a rappresentazione dei differenti linguaggi espressivi e delle peculiari sensibilità artistiche dei grandi fotografi italiani e stranieri, in un percorso di immagini atto a cogliere gli aspetti contrastanti di un paese in trasformazione.
In primo luogo saranno messe a confronto le creazioni dei grandi maestri di origine fotoamatoriale (come Giuseppe Cavalli, Pietro Donzelli, Mario Giacomelli) con quelle dei loro amici impegnati nella professione (Paolo Monti, Mario De Biasi, Fulvio Roiter). A questo dialogo di immagini prenderanno parte anche le fotografie di alcuni grandi autori stranieri attivi in Italia: da David Lees a Herbert List, da Henri Cartier-Bresson a Paul Strand, maestri che seppero diffondere con la verità dei loro reportage il volto di un’Italia lontana e in rapido mutamento.
Il percorso prende avvio da i nostri paesaggi più famosi, immobili da secoli e poi trasformati dall’espansione delle città. Accanto ai grandi centri urbani convivono i mille paesi della celebre provincia italiana, realtà animate da ambienti e atmosfere oggi scomparse: mercati, bar e trattorie, feste e balli.
Il racconto in immagini si sviluppa attraverso nuove forme di linguaggio fotografico che interpretano i tratti salienti del tessuto sociale e culturale di un paese coinvolto in un processo di modernizzazione: la condizione dell’infanzia e quella della donna; l’analisi dei corpi femminili e maschili operata dai fotografi secondo linguaggi di sorprendente modernità; i ritratti in studio – abitudine sociale ancora diffusa nel periodo in esame –, che sembrano presentarci volti dal più moderno carattere; l’universo luccicante dello star-system; i protagonisti della cultura e dell’arte; il passaggio dalla realtà produttiva agricola a quella industriale; e poi, ancora, l’emigrazione, i riti religiosi, la vita politica e gli sport di massa.
Presenti in mostra anche autori giovanissimi, al loro esordio in quel decennio, come Ugo Mulas, che percorre con attenzione le periferie di Milano e il quartiere di Brera, mentre volti noti e persone del popolo, della guerra e della successiva ricostruzione sono i soggetti prediletti da Federico Patellani. A questi nomi si aggiungono quelli di fotografi come Aldo Ballo, anch’egli agli inizi di una brillante attività di narratore dell’industria e del design, e di Federico Garolla, che testimonia la nascita della moda a Roma e ritrae il mondo dello spettacolo.
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Curatore di sezione: Cesare Colombo È protagonista da più di trent’anni nella fotografia e nella comunicazione visiva. Ha affiancato al lavoro di fotografo una lunga esperienza nel settore della ricerca, dell’analisi critica e dell’ordinamento di immagini storiche. Come fotografo-autore, ricordiamo due mostre e due fotolibri: “Milano veduta interna” (Alinari, 1990) e “Accordi. Claudio Abbado e i Berliner” , testo di Ermanno Olmi (Motta, 1996). Dagli anni Sessanta ha prodotto servizi fotografici soprattutto per riviste di architettura come “Abitare” e “Domus” e per aziende. Come ricercatore, ha curato numerose mostre e fotolibri per editori, aziende ed enti pubblici. Ha diretto l’ordinamento della Fototeca 3M Italia (ex Ferrania) e ha contribuito come consulente all’ordinamento e alla valorizzazione degli Archivi Alinari, del Touring Club Italiano e all’“Archivio dello spazio” della Provincia di Milano. |