Una grande notizia e' in stampa il libro fotografico "Attimi..." di Roberto Piero Ottavi.
50 pagine in formato 21x29,7 impaginato ad album.
La prefazione ed il commento sono firmati da Michael Edelson , braccio destro per molti anni di Cornell Capa (fratello di Bob) all'Agenzia Magnum.
Ecco ciò che scrive M.Edelson a riguardo delle immagini contenute nel nuovo libro che sta per vedere la luce:
"Io sono una fotocamera ",scrisse un romanziere inglese del 20° secolo,descrivendo il suo modo di guardare la Germania degli anni 30.
In effetti siamo tutti fotocamere perchè , vivendo tra gli altri , non possiamo essere che questo , ma chi più e chi meno.
Noi interagiamo,reagiamo e ricordiamo il panorama della vita nel quale nuotiamo ogni giorno, finchè non raggiungiamo la spiaggia e porgiamo ad altri quella fotocamera usa e getta.
Tuttavia taluni sono qualcosa di più: vi sono quelle speciali fotocamere chiamate "fotografi" ma , anche qui , chi più e chi meno.
Questi sono persone fuori del comune perchè non solo condividono gli eventi della vita a cui hanno assistito, ma anche raccolgono di più grazie alla loro notevolmente più sviluppata sensibilità.
Le sfumature di eventi infinitesimali vengono registrate assieme agli eventi grandi che chiunque è in grado di catturare.
Molte delle nostre fotografie catturano questi momenti, questi istanti fuggevoli che definiscono un individuo più d'ogni altro.
Questi momenti "funzionano" , per dirlo all' americana , perchè dimostrano in un istante il perchè abbiamo deciso di fermarci, portare la nostra Leica all'occho e premere lo scatto.
Mi ricordo di aver udito Cartier-Bresson chiamarli "momenti yes", per lui "yes" significava che il momento era davanti a lui, maturo per essere colto.
Henry è vivo e straordinariamente presente in molte delle fotografie di Roberto Piero Ottavi.
" Intimissimi " ne è un eccellente esempio : la struttura delle gambe e del torso della modella, sono ripetute dal bordo undulato del prato quando incontra la strada. L'humor è aggiunto dall uomo che raccatta un oggetto ,come se fosse coinvolto sessualmente col la strada.
Di nuovo " Eurostar " mi ricorda una delle sue foto : una coppia che si bacia tra i tavolini di un caffè anche se il taglio è ovviamente differente e non poteva essere altrimenti perchè non si tratta mai di emulazione ma di sensibilità parallela.
Vedo terribilmente presente Henry sopra la spalla di Roberto, nell'immagine dell'uomo paralizzato in strada , sapientemente mantenuto al limite dell'inquadratura con l'angolo delle sue stampelle ripreso da un'obliqua finestra rotta, in alto.
Anche Doisneau è molto con lui , non solo nelle immagini della gente che guarda nelle vetrine ma anche con le umoristiche contraddizioni Mohawk che trova davanti al quadro di Rembrandt al Museo , nell'immagine dello schnautzer imprigionato che chiede aiuto con gli occhi , in quella dell'uomo che protegge gelosamente la sua cagnetta ed in quella del mimo vestito di bianco , fermo ad inchinarsi a colui che passa distratto ed in effetti non cammina che verso un angolo scuro protetto da una ringhiera di ferro dove c'è solo il nulla.
Come pure vedo la stessa sensibilità di Doisneau nell'immagine della vecchia sulla sedia a rotelle dove il futuro dell'anziana donna è come il corridoio, nudo e conducente al nulla o nell'attimo rubato all'uomo che ancora cerca " l'Amor Perfetto " dentro la penombra di quella finestra nella luce diffusa del pomeriggio invernale
Ed ancora i due Roberti si tengono per mano nel contrasto tra il ricco e il povero nella foto della cassa continua, nello spazio minaccioso alla destra del cieco che attraversa la strada , nel formalismo fuori luogo del manichino "shick " contrapposto alla crudezza dell'immagine riflessa , quasi in preghiera , nel vetro.
E poi c'è la semplice bellezza del design che collabora nelle foto delle persone addomentate , come nel caso del ritratto del vecchio clochard con la bianca barba.
L'immagine finale dell'uomo sulla panchina con il colombo è HCB puro ,con le strisce di legno che ripetono il design astratto della spalla e del braccio.
Queste sono le differenze che fanno di un fotografo come tanti un vero "Fotografo" , come RPO."
M.Edelson
New York febbraio 2005
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La maggiorparte delle foto richiamate da Edelson nella prefazione sono nella sezione b&w del sito dell'autore
http://www.robertopieroottavi.com