FOTOGRAFIA TECNICA E SCIENTIFICA
Di Roberto Piero Ottavi
Dal Leicaforum (http://www.leica-italia.it/cgi-bin/forum/elenco.asp?page=2&order= ) in vari capitoli (ognuno con il suo riferimento)
Capitolo 4
http://www.leica-italia.it/cgi-bin/forum/oggetto.asp?id=3899&ins=1
Continuando la nostra esplorazione dei sistemi di macro e micro fotografia prodotti a Wetzlar facciamo un passo indietro e riprendiamo la descrizione del sistema Visoflex che, al momento della presentazione sul mercato (1935) , si chiamava PLOOT ed era un cubetto spigoloso un pò grezzo ma conteneva una innovazione che avrebbe letteralmente sconvolto il normal pensare dei fotografi del piccolo formato.
Le fotocamere Leica erano un pò snobbate dai fotografi della lastra in quanto non si poteva , sostenevano, controllare realmente ciò che sarebbe caduto sulla pellicola.
In realtà quei buchi di serratura attraverso i quali era necessario telemetrare ed inquadrare con le Leica a vite non erano certamente il massimo e quando poi si parlava di foto ravvicinata o peggio di vera macrofotografia , i problemi aumentavano in modo esponenziale.
Il PLOOT era la soluzione , uno specchio interno deviava i raggi ottici durante la messa a fuoco verso l'occhio del fotografo e poco prima dello scatto , sollevandosi , lasciava che l'immagine andasse a cadere sul film.
Nel 1936 , in occasione delle Olimpiadi di Berlino , i reporter di tutto il mondo erano equipaggiati con Leica, PLOOT e Telyt 400 o 200 , ottiche che sarebbe stato impensabile usare senza il nuovo rivoluzionario sistema reflex di Leitz.
Fu costruito , da Leitz New York , anche un fotofucile , chiamato con fantasia non eccessiva RIFLE, che era costituito da un 400 o un 200 Telyt, un PLOOT ed un calcio di fucile di precisione con scatto a grilletto collegato alla fotocamera con doppio scatto flessibile sincronizzato , uno per comandare il sollevamento dello specchio e l'altro per azionare lo scatto vero e proprio.
Una brutta copia di questo sistema fu poi prodotto in URSS per le "Zenit-E" molti anni dopo ma in questo caso si trattava semplicemente di un calcio di fucile da applicare ad un fotocamera già reflex.
Nel 1936 la Germania era in piena follia collettiva Hitleriana, dovunque si inneggiava alla "grande Germania" , le bandiere si sprecavano , le grandi parate pure e quei venti di guerra che porteranno nel '39 all'invasione della Polonia avrebbero purtroppo soffiato molto presto.
A Wetzlar nel 1940 la produzione era già stata abbondantemente dirottata verso le forniture militari e la produzione di materiale fotografico subì un notevole calo sebbene in questo periodo risultino nei registri ottiche assolutamente incredibili per quei tempi , come nel caso di obiettivi militari per visioni notturne di luminosità 1:0,85 sull'esperienza dei quali fu possibile costruire in seguito il primo Noctilux f/1,2.
I numeri di produzione crollarono : nel 1938 le ottiche prodotte erano state circa 74.000 e già l'anno dopo risultavano prodotti soltanto circa 48.500 obiettivi , nel 1940 i numeri calarono a circa 27.000 , nel 1941 a 17.000 , nel 1942 a 11.000 , nel 1943 a soli 1800.
Il 1944 vide il momento nero della produzione e risultano costruiti soltanto 120 obiettivi , nel 1945 molti di più ma ancora soltanto circa 5000.
Il periodo bellico si ripercosse pesantemente non soltanto sulla produzione delle ottiche ma anche sulla qualità delle fotocamere che , per una carenza dei metalli utilizzati per il rivestimento finale , uscirono dagli stabilimenti con cromature insufficienti che si rovinavano con facilità ed in molti casi "puntinavano" nella cromatura.
Fu in questo periodo che spesso intere partite di Leica furono assemblate in casa propria dagli stessi dipendenti che si strinsero attorno alla famiglia Leitz in modo commovente e come in nessun altro caso era accaduto dimostrando il loro attaccamento a quel nome che era diventato ormai leggenda ma una leggenda che rischiava di morire.
Dobbiamo attendere il 1946 per rivedere i numeri a cui eravamo abituati prima della guerra ed In quell'anno la produzione registrò nuovamente 33.000 ottiche circa : era l'inizio della ripresa , la Germania e le poche imprese rimaste in vita erano stremate e psicologicamente nella dura situazione che da sempre ha caratterizzato i vinti di ogni conflitto con l'aggiunta, in questo caso, del marchio infamante che la follia di Hitler aveva impresso.
Torniamo a noi ed agli accessori in produzione dedicati alla fotografia ravvicinata.
Alla fine degli anni 40 non c'era laboratorio di ricerca, ospedale o facoltà di medicina che non possedesse almeno un microscopio Leitz ed il suo sistema fotografico dedicato.
Leitz , che era già molto forte commercialmente nella microscopia , divenne ancor più potente coniugando con successo la qualità dei microscopi con quella dei sistemi fotografici e fornendo tutta una serie di accessori che , vuoi perchè si trattava di costruzioni di estrema solidità e di leggendaria precisione vuoi perchè sul mercato in realtà non c'erano rivali in grado di competere , furono adottati con facilità dalla totalità dei tecnici ricercatori e dagli scienziati.
Videro la luce diversi accessori estremamente specialistici come il "dispositivo reflex per la Leica" che era costituito da una colonna verticale saldamente fissata ad una tavola di base in legno , sistema modulare utilizzato anche per gli ingranditori da stampa.
La tavola di base era verniciata da un lato in grigio neutro e dall'altro in bianco opaco per poter essere , al bisogno , utilizzata sfruttando la luce riflessa sul piano oppure per ottenere un fondo scuro capovolgendola.
Lungo la colonna , scorrevole , era montato un gruppo di fissaggio a sfera estremamente robusto su cui era fissato il PLOOT sul quale , a sua volta , erano fissate la fotocamera e l'ottica.
Veniva fornito completo di un portaoggetti costituito da un piano montato su testa a sfera orientabile e spostabile in altezza grazie ad una regolazione micrometrica a cremagliera demoltiplicata ed un contenitore circolare in cristallo. Questo sistema completo era catalogato con la sigla OAGNO.
Poichè spesso si rendeva necessario illuminare per trasparenza gli oggetti da fotografare (come se si stesse fotografando da microscopio) veniva proposto un sistema di illuminazione laterale opzionale (DEEQK) ed un supporto portaoggetti appositamente progettato per l'illuminazione per trasparenza (LUFAS).
Il sistema di illuminazione era costituito da un illuminatore a tenuta di luce , munito di lente condensatrice centrabile e lente di concentrazione del fascio su elicoidale e diaframma ad iride regolabile oltre che di portafiltri per ottenere luce solare o luce diffusa , il tutto fissato ad un supporto orientabile e contenente una lampadina da 100 W : in pratica si trattava di un proiettore per diapositive a tutti gli effetti e per di più con ottica diaframmabile (!).
Il portaoggetti invece era costituito da un cristallo pianparallelo delle dimesioni di cm 10x10 , completo di vetro smerigliato da applicare sotto la lastra per ottenere una luce ancor più diffusa.
Inferiormente era Incernierato uno specchio ad alta riflettenza , argentato all'esterno ed inclinabile a piacere sul quale direzionare il raggio di luce proveniente dall'illuminatore DEEQK deviando quest'ultimo attraverso la sezione da fotografare verso la fotocamera.
In pratica si realizzava lo stesso sistema di illuminazione del microscopio tradizionale ma dedicato nella fatispecie a sezioni di grandi dimensioni.
Nella prossima puntata parleremo dei sistemi per fotomicrografia , oftalmografia , riprese chirurgiche , esami fisiologici e del microscopio capillare.
A presto.
Rpo