PICCIONAIE
Grattacieli popolari a Hong Kong
una mostra fotografica di Laura Liverani
Hong Kong è un palinsesto urbano denso e complicatissimo, dove l’edilizia aggiunge e sovrappone cancellando i segni del passato; a differenza delle altre metropoli che si allargano verso la periferia, Hong Kong ritorna costantemente su sé stessa sviluppandosi in densità, non potendo estendersi nello spazio circostante. Il territorio della popolatissima ex-colonia è infatti fissato in poche migliaia di metri quadrati, facendo sì che lo spazio sia da sempre il bene più prezioso. Nelle aree destinate all’edilizia popolare lo spazio disponibile all’interno di ogni blocco abitativo non va sprecato, e pertanto viene moltiplicato per frammentazione creando una pseudo-espansione. Entrare in un grattacielo popolare è come trovarsi in un’architettura impossibile, una sorta di terribile ipercubo dei racconti di fantascienza: l’involucro esterno è una forma semplice e riconoscibile, ma al proprio interno lo spazio si moltiplica ad infinitum, creando una struttura complicata dalla quale si ha l’impressione di non potere più uscire. Ovviamente l’essenza di un grattacielo popolare ad Hong Kong non è solo un problema astratto di architettura ma è anche la somma delle vite vissute in questi spazi claustrofobici, che in gergo cantonese locale si chiamano “piccionaie”. Queste abitazioni di pochi metri quadrati in cui si stipano intere famiglie sono in realtà confortevoli, normalmente dotate di ogni gadget tecnologico più o meno essenziale. Quello che manca è lo spazio personale, la vera ossessione degli hongkonghesi. In una certa misura l’assenza di spazio nelle case viene virtualmente compensata dalla fascinazione tecnologica, fino a essere maniacale: per esempio il televisore di casa propria da cui, grazie a un circuito video interno, si possono osservare i “vicini” – in gran parte estranei, dato che gli abitanti per complesso popolare sono migliaia – che si aggirano negli ascensori, nei cortili interni, negli androni. In questi grandi complessi abitativi nascono anche storie curiose, alcune al limite della mitologia pop – dal “grattacielo dei suicidi” al casermone dalla struttura ispirata alle carceri britanniche. Questo progetto fotografico ha lo scopo di compiere un viaggio attraverso i maggiori quartieri popolari du Hong kong Island, Kowloon e New territories, esplorando gli spazi psicologici che si creano tra le persone e ke ciose in un paesaggio urbano dalle caratteristiche uniche al mondo. In altre parole, descrivere la “psicogeografia” degli edifici popolari, dove ogni unità spazio-temporale è densamente popolata di persone, suoni, oggetti...di piccole storie.
In esposizione 19 immagini in bianco e nero, dimensioni 24 x 30. Le immagini sono state scattate tutte nell’estate del 2001.
dal 24 febbraio al 15 marzo 2005 presso la libreria fotografica MiCamera Bookstore,
via Cola Montano (di fronte al 26)
orari: dal martedì al sabato 10.00-13.00 15.30-19.00. ingresso libero.
telefono/fax: 02.45481569. email: info@micamera.com, sito www.micamera.com
INAUGURAZIONE: MERCOLEDI’ 23 FEBBRAIO 2005 ORE 18.30 alla presenza dell’artista
Biografia:
Laura Liverani vive attualmente a Bologna, dove nel 1996 si laurea al DAMS. Nel 1999 consegue un Master’s Degree in Fotografia alla University of Westminster di Londra, dove vive e lavora per quattro anni, insegnando linguaggio e tecnica fotografica e collaborando con riviste e agenzie. Nel 2002 vince il Festival Foto di Savignano. Al momento i suoi interessi vertono sulla cultura urbana delle metropoli cinesi, dove torna a fotografare ogni anno. Oggi insegna Fotografia all’ISIA di Faenza e collabora come fotografa con l’agenzia Franca Speranza.
LAVORI PUBBLICATI E MOSTRE
2004 Villaggi verticali: ipermercati a Hong Kong. Esp Infoshop Modo, Bologna
2003 Hong Kong: grattacieli popolari, pubb. catalogo e mostra, Savignano Festival Foto.
2003 Finalista sezione Fotografia Festival delle Arti, Bologna.
2002 Pop Cinese, Musica, supp. La Repubblica.
2001 Beijing Exposure, agenzia Camerapress, Londra.
1999 The Guardian, London Metro, Hackney Gazette.
1999 Copertine dei video Shaolin Kung Fu I, II, III, e V di Kee Kong Ang.
1997 esp. Maynight 97 a cura dell’Archivio Fotografico della cineteca di Bologna.
1996 e 1999 pubb. Private- Rivista Internazionale di Fotografia n. 10 e 17 .