Zizola, Ferrara, L'internazionale e altro
Di mauro (del 08/10/2007 @ 17:27:01, in Varie, linkato 2275 volte)
Sabato c'e' stato un interessante incontro con Francesco Zizola a Ferrara, nell'ambito della manifestazione L'internazionale a Ferrara.
L'internazionale nel senso del bel settimanale che probabilmente conoscete:
http://www.internazionale.it/
Rivista che ha pubblicato anche l'ultimo libro si Zizola "Born somewhere", libro interessante di cui magari parleremo http://www.fusiorari.it/zizola.htm
L'incontro non poteva che essere molto interessante dato il personaggio che ha visto davvero i mali del mondo, basta dare una occhiata al suo sito:
http://www.zizola.com/
Quali gli spunti interessanti, per il mio modo di sentire, sicuramente che il fotografo, nello specifico il fotografo di reportage, ha il ruolo di TRADUTTORE. Questo perche' chi non ha visto certe cose, come la guerra o certe realta' lontane, non puo' capire. Zizola dice che chi non ha visto e vissuto la guerra non puo' capire la guerra e quindi il fotografo deve usare i suoi strumenti per tradurre quello che vede in modo che "noi" possiamo cercare di capire. Usare immagini troppo dure, vuole dire spesso causare un effetto di "rimozione", bisogna quindi essere abili nel trovare le leve che possano permettere a certi concetti di passare e questo non lo si ottiene con le "foto macelleria".
In secondo luogo ha parlato di un codice etico che il digitale impone, non perche' permetta cose che non erano possibili "prima", ma per la rapidita' con cui le permette. E' proprio questa rapidita' che apre uno spiraglio ai manipolatori, e ultimamente sempre piu' sono le grandi riviste e i photo editor che chiedono di alterare o alterano direttamente le immagini. Zizola dice che non sono rari i casi in cui quelle che vediamo in copertina, anche il nome del fotografo, non sono singole foto, ma l'unione spesso e volentieri di 2 o 3 fotogrammi diversi. Nulla di male in cio', continua, se venisse riportato il termine illustrazione invece che foto, perche' si rischia di minare il rapporto di fiducia con il lettore. Questo anche perche' il lettore tende a sopravvalutare l'oggettività di una foto (vedi l'uso della foto nelle patenti, che "trasmette" l'idea documentale per eccellenza della foto).
Il terzo concetto e' che l'informazione NON e' libera. Molti lavori e molte realta' non emergono e non c'e' modo di farle emergere. Tramite vari innesti piramidali l'informazione e' in mano e pochi gruppi editoriali a livello mondiale, e in ogni caso le riviste o i telegiornali sono testate finanziate dalla pubblicita' ed e' questa pubblicita' che non vede di buon occhio l'accostamento alla nuova mercedes di una strage automobilistica che tende a mantenere CREDIBILE il nostro modo di vita e la nostra economia, respingendo le notizie che potrebbero minare o sollevare dei dubbi sul fatto che questo e' alla fine il miglior mondo possibile.
Poi tante altre cose, come l'accentramento in poche persone dei grandi archivi fotografici mondiali, rischioso perche' questa e' un'altra mina alla liberta' con la possibilita' della riscrittura della storia.
Si e' parlato della grande diffusione dei cellulari ad esempio in africa e di come stia nascendo forte un movimento di citizen journalism in questi paesi emarginati dalla grande informazione, proprio grazie alle foto che possono essere scattate con i cellulari.
Della grande diffusione di internet in questi paesi, e quindi della loro fame di notizie e di informazioni, dove l'unico limite attuale e' la banda, molto limitata dei collegamenti e quindi della necessita' di avere siti leggeri e strumenti facilmente e rapidamente navigabili.
Infine vi presento il bel sito della nuova agenzia creata da 9 fotografi tra cui Zizola:
http://www.noorimages.com/
dove troverete tante belle immagini.
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