Una collana che propone e raggruppa poche distillate immagini fotografiche per soggetto e autore;
una collana di cartelle pensata con una veste grafica preziosa, che ospita testi dedicati, vere occasioni di approfondimento.
Ricerca e cura sono state mosse da un diffuso senso di sorpresa che ha contraddistinto sia l’immersione negli Archivi Alinari che i contatti con autori e archivi esterni portando alla scoperta di nascoste meraviglie dal fascino perlopiù immediato.
Le cartelle
Alinari Focus realizzano brevi percorsi in cui il mezzo fotografico è assunto nella sua accezione classica: classico è il metodo di stampa, la collotipia in questa prima serie, la stampa ai Sali d’argento in una seconda. Queste edizioni si rivolgono ad un pubblico consapevole, anche se non necessariamente collezionistico, che non solo condivida le scelte attuate ma che sia anche in grado di orientarle tramite il chiaro gesto dell’acquisizione.
La Fratelli Alinari è l’unica azienda che, in Italia, ha conservato la tradizione della collotipia. La collotipia è un processo fotomeccanico che permette di ottenere immagini chiaroscure, prive di retino, assolutamente aderenti al negativo fotografico.
Su di una matrice, costituita da una lastra di cristallo, viene steso uno strato uniforme di gelatina sensibilizzata. L’inchiostratura manuale a spatola, permette di mantenere un costante aggiornamento sulla quantità e sui toni del colore, mentre il diverso grado di sviluppo della lastra, modificabile anche durante il procedimento di stampa, consente di variare in ogni momento l’intensità e i contrasti di colore. Ogni foglio stampato in collotipia è dunque un’opera unica, frutto della combinazione operata dallo stampatore dei diversi fattori che continuamente si modificano.
Tecnicamente la collotipia permette di stampare da ciascuna lastra soltanto un numero limitato di copie. Dopo una certa quantità di passaggi infatti, la gelatina si deteriora irrimediabilmente facendo perdere all’immagine la sua incisività. La tiratura ottimale è quindi compresa tra le 300 e le 500 copie da ciascuna lastra.
Eleganti cartelle rigide, formato cm. 43x53, ognuna contenente 4 fotografie stampate con la tecnica della collotipia su carta con fibra di cotone, incollate manualmente su supporto, numerate, con marchio a secco e foglio introduttivo.
La tiratura di ogni cartella è di 300 esemplari.
Prezzi di listino:
Ogni singola cartella € 800,00 – Due cartelle € 1500,00 – Le tre cartelle € 2100,00
per informazioni: Vincenzo Circosta tel 055 2395232 fax 055 2395230 mail circosta@alinari.it
ALINARI f o c u s
LA FOTOGRAFIA D’AUTORE STAMPATA CON LA TECNICA DELLA COLLOTIPIA
ALDO BALLO
A N I M A testi introduttivi di Silvia Lelli
LA LUCE DI ALDO BALLO
Per Anima piace partire con una riflessione sulla luce, inconfondibilmente espressiva, che circonda e disegna gli oggetti fotografati da Aldo Ballo; inconfondibile è la qualità, certo, quanto rarefatta la bellezza e l’intensità che ne risulta. Troviamo che questa non sia una caratteristica professionale standard e cioè comune ad altri; è al contrario la qualità maggiore di questo maestro della fotografia di interni e, soprattutto, di oggetti, sempre profondamente compresi, resi nella loro essenza, sempre osservati, e a noi mostrati, dal punto di vista migliore. Piccoli capolavori di interpretazione nascono,
anzi maturano, durante il precisarsi di queste visioni che non poco hanno contribuito al successo di quell’Italian Style che ora è universalmente apprezzato.
M. CAMUZZI / STUDIO CRIMELLA
M A N N E Q U I N testi introduttivi di FAM (Francesca Alfano MIglietti)
LA METAFISICA DELLO STUDIO CRIMELLA
Questi manichini non sono stati fotografati né da Kertesz, né da Herbert List, o da Atget o da Man Ray, né in ambito Bauhaus, da Umbo, Florence Henry o Herbert Bayer...nessuno di loro.
Un artigianale stabilimento fotografico, attivo a Milano, quello di Crimella, un autore “nascosto”, Mario Camuzzi, hanno prodotto queste fotografie, questa catalogazione che giunge a noi tramite il fascino, solo parzialmente metafisico, dei manichini “realistici” quanto “surreali”. È proprio il glamour di stampo surrealista a pervadere, involontariamente(?), le quattro immagini che, nate veramente per un catalogo fotografico dei manichini di marca “Rosa”, oggi guardiamo con spirito assai diverso.
Ricondotte a significare più che ad illustrare, a sollecitare una visione più astratta che a sciorinare caratteristiche tecniche o funzionali, queste figure scelte sfoderano una attrattiva irresistibile e una “classicità” esemplare; una gipsoteca riferita al modernariato.
Stavano in negozi e grandi magazzini di prestigio e spesso, nei cambi di vetrine, si trovavano come li vediamo “catalogati”: nudi.
LELLI e MASOTTI
P I A N O testi introduttivi di Giovanni Pelloso
LA PASSIONE DI SILVIA LELLI E ROBERTO MASOTTI
Il pianoforte come grande elemento imprescindibile nell’arredamento borghese tra Ottocento e Novecento; oppure lo strumento ingombrante e complesso, frutto di stratificate modificazioni ed esaltanti invenzioni, eppure sempre riconoscibile. Il pianoforte come principe del palcoscenico, del teatro, che si fa orchestra, che la concentra in un solo strumento.
Sia esso verticale o a coda, cosa fa un pianoforte quando non è suonato? Sta dove lo si mette, che diamine! Una vita largamente passata nella inattività o nel dormiveglia, tra mantenersi e scordarsi, impolverarsi, rinascere... Il pianoforte non è sinonimo di una musica sola, precisamente definibile; si pensi a quante diverse musiche possano scaturire dalle sue corde mosse dalle dita che premono sulla tastiera... qualcuno sente il bisogno di stilare graduatorie su quale prevalga? Si accomodi pure.
Lelli e Masotti, artisti-fotografi da sempre vicini alle musiche, offrono qui quattro diverse interpretazioni e ambientazioni, tra teatro e reportage, di quello strano animale musicale.
Lo si capirà, il loro lavoro, la loro dedizione allo strumento è assoluta e sincera.