Universal Experience
Una mostra a cura di Francesco Bonami riflette sul modo in cui guardiamo alle opere d'arte, ai monumenti, alle meravigle della natura, ormai solo con gli "occhi del turista".
Con circa 700 milioni di persone che ogni anno viaggiano verso destinazioni internazionali, il turismo è diventata la più prospera industria del mondo: un fenomeno di massa in rapida crescita, dalle caratteristiche che suscitano curiosità e interrogativi. "Universal Experience: arte e vita. Lo sguardo del turista", al Mart di Rovereto dall'11 febbraio al 14 maggio 2006, indaga i risvolti culturali del turismo di massa attraverso le opere di trentacinque importanti artisti contemporanei internazionali. La visione d'insieme delle loro opere rivela come il turismo non soltanto stia trasformando il mondo, ma addirittura stia condizionando il nostro modo di relazionarci e di capire spazi e ambienti, sia quelli a noi familiari, che quelli "esotici" o "altri". La mostra, curata da Francesco Bonami, è organizzata dal Museum of Contemporary Art di Chicago, e dopo essere stata alla Hayward Gallery di Londra tra l'ottobre e il dicembre 2005, vede il Mart come ultima tappa di un tour internazionale. "Universal Experience", oltre ad essere un'esplorazione del fenomeno del turismo nell'età della globalizzazione, è essa stessa un'attrazione di notevole impatto: le opere in mostra trasporteranno il visitatore in un viaggio multidirezionale alla scoperta di una grande varietà di luoghi, paesaggi, scenari. Un elenco degli artisti in mostra comprende Chris Burden, Maurizio Cattelan, Tacita Dean, Peter Fischli & David Weiss, Felix Gonzalez-Torres, Gabriel Orozco, Robert Smithson, Thomas Struth, Rirkrit Tiravanija, Andy Warhol. Il percorso inizia con una serie di opere degli anni '60 del Novecento, un'epoca nella quale il turismo come industria pone le sue basi. Tra queste, il famoso "Empire" di Andy Warhol, un video di otto ore del 1964, che registra il calare della notte sull'omonimo grattacielo-icona di New York's e il film-culto di Robert Smithson "Spiral Jetty", del 1970, che descrive la creazione di un argine spiraliforme presso un lago sperduto nel deserto dello Utah. Con la crescente internazionalizzazione della scena artistica, sono gli artisti stessi a diventare più nomadi, itineranti e sensibili ai cambiamenti degli ambienti con i quali vengono in contatto. L'artista slovacco giramondo Roman Ondak rifiuta le nuove tecnologie e si riappropria invece delle tecniche tradizionali della rappresentazione visiva, descrivendo così famosi edifici e luoghi incontrati nel suo girovagare. Le nuove tecnologie e l'impatto crescente di una cultura dove il ruolo delle immagini è centrale hanno inaugurato la moda delle attrazioni turistiche spettacolari, con opere di architettura contemporanea che segnano profondamente il paesaggio, musei, parchi tematici e famose creazioni artistiche che diventano esse stesse destinazioni turistiche. Le ormai famose fotografie di Thomas Struth dedicate alle sale di importanti musei (1999) affollate di visitatori ci avvertono dell'ormai inarrestabile processo di mercificazione e feticizzazione del "bene culturale". Il film di Martine Hugonnier "The Last Tour", del 2004, trasporta in un ipotetico viaggio in mongolfiera attorno alle Alpi Svizzere, mettendo in contrapposizione immagini di picchi innevati con parate in costume nei parchi di divertimento; il suggerimento implicito è che in futuro potremo vedere il Cervino soltanto attraverso la sua replica a Disneyland.
Mart, Rovereto |
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11. 02. 2006 - 14. 05. 2006 |
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prenotazioni e info
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