Comune di Firenze
Assessorato alla Cultura
Fratelli Alinari
Fondazione per la Storia della Fotografia
presentano la mostra:
MARILYN AND FRIENDS
FOTOGRAFIE DI SAM SHAW & LARRY SHAW
FIRENZE
PALAZZO VECCHIO SALA D’ARME
3 Dicembre 2005
29 Gennaio 2006
Giunge finalmente a Firenze dopo il grande successo ottenuto a Torino, Roma e Cagliari la mostra “MARILYN AND FRIENDS. Fotografie di Sam Shaw & Larry Shaw ”.
Curata da Armand Deriaz e Charles Henri Favrod, l’esposizione, una esclusiva Alinari, presenta155 immagini della celebre diva, mito e icona del XX secolo, e dei suoi amici ed attori contemporanei. Una rassegna di fotografie per lo più inedite, di cui 40 a colori di grande formato.
Gli autori degli scatti sono il fotografo Sam Shaw e il figlio Larry.
Sam Shaw (1912-1999), pittore, scultore e fotografo tra il 1950 e il 1960, firmò con successo le copertine prestigiose di Life e di Look. Negli stessi anni entrò in contatto con il mondo del cinema. Realizzò il sensazionale ritratto di Marlon Brando nel film Un tram chiamato desiderio (1951) e fotografò la debuttante Marilyn Monroe in Viva Zapata. Da quel momento Sam Shaw non abbandonò più Marilyn, realizzando nel 1955 la celebre sequenza della gonna sollevata dall'aria calda nel film Quando la moglie è in vacanza di Billy Wider.
Nel corso degli anni Shaw eseguì molti altri ritratti di Marilyn, restati inediti, a differenza dei grandi poster pubblicitari da lui realizzati con altri attori quali Paul Newman e Sydney Poitier e dive del calibro di Ingrid Bergman, Sophia Loren, Anna Magnani e Liz Taylor.
Sam Shaw lavorò in stretta collaborazione con il figlio Larry (1937), che fu anche l'assistente di molti grandi fotografi come Martin Munkacsi, Louis Faurer o Bert Stern.
Un terzo degli scatti in mostra sono dedicati a Marilyn, selezionati tra i ritratti inediti di Shaw, un centinaio invece le foto degli “amici”.
INAUGURAZIONE venerdì 2 Dicembre 2005 ore 18,30
Con il contributo di FANI GIOIELLI
Sponsor tecnici:
ATAF - APT - Firenze Parcheggi - USTREAM.IT - Hotel Datini - Az. agr. Pieve di Campoli
In collaborazione con: Mediateca Regionale Toscana - Ombre Rosse srl
La mostra è inserita nelle manifestazioni di Inverno a Firenze 2005/2006
Con il patrocinio di Consolato Generale degli Stati Uniti a Firenze
ORARIO tutti i giorni 10,00-19,00 (Chiuso il 25 Dicembre e il 1° Gennaio)
Biglietteria: Intero € 6,50 Ridotto € 5,00
Il volume/catalogo è edito da Alinari, prezzo speciale in mostra Euro 35,00
Per informazioni: 055 23951 - 339 5697021
Ufficio Stampa Alinari: Rosa Manno 055 2395207 e-mail rosa@alinari.it www.alinari.it
Foto per la stampa: www.alinari.it/mostre/marilyn/index.html
www.marilynandfriends.com
Introduzione alla mostra di Charles-Henri Favrod
USTREAM.IT
È nel 1957 che Roland Barthes raccoglie una serie di articoli scritti precedentemente, che pubblica con il titolo di Mythologies. Nel tracciare un bilancio dei miti del XX secolo, non manca di sottolineare che per lui “il mito è un linguaggio” e i suoi esempi, tutti tratti della vita quotidiana, tendono a dimostrare che essi costituiscono un sistema di comunicazione, un messaggio, una forma. Occorre conferire a questa forma dei limiti storici, delle modalità d’uso e, dentro di essa, reinventare la società.
Quando Barthes chiosa questi miti, Marilyn Monroe non è ancora assurta al firmamento delle dive. Sceglie Greta Garbo e osserva che, iconograficamente, il suo volto, la sua immagine racchiudono due epoche, rappresentano una trasformazione, dal terrore alla seduzione. “Sappiamo - egli scrive - che oggi ci troviamo al polo opposto di questa evoluzione: il volto di Audrey Hepburn, ad esempio, è individuabile non solo per la sua impostazione particolare (donna infantile, donna tenera), ma anche in base alla sua persona, a una specificità pressappoco unica del volto, che non ha più nulla di essenziale, ma è costituito da una infinità di funzioni morfologiche. Sotto il profilo del linguaggio, la particolarità di Greta Garbo è di ordine concettuale, quella di Audrey Hepburn è di ordine sostanziale. Il volto della Garbo è una Idea, mentre quello della Hepburn è un Evento.”
È giocoforza constatare che Marilyn Monroe, soprattutto a causa del suo tragico destino, da Evento è tornata ad essere Idea. Da viva, Norma Jean Baker, che in arte portava stranamente un cognome patriottico rappresentava un tipo di donna ‘monella’ attraente e sfuggente, seducente per alcuni, perniciosa per altri. In questo libro e nell’ambito della mostra, essa viene presentata sotto un profilo estremamente familiare e vivo, mai come vittima del suo personaggio. Tuttavia, nel suo carattere spontaneo e naturale è già presente quell’arcano che la sublimerà, che ne farà un simbolo e un emblema, l’icona del XX secolo, i cui sortilegi hanno sempre una portata universale.
Sam Shaw (1912-1999) si definiva egli stesso “newyorkese dell’East Side”. Dapprima fa il pittore e lo scultore, ma dopo avere scoperto la fotografia lavora ben presto come reporter di Collier’s Magazine e, fino dagli anni 1940, diventa famoso per le sue inchieste effettuate attraverso gli Stati Uniti in compagnia di Harry Henderson Jr. Tra queste, possiamo citare un servizio dedicato ai minatori della Virginia e un altro ai musicisti di New Orleans, che gli procurarono profonde amicizie negli ambienti del jazz. Poco dopo affronta anche il resto del mondo, ma è felice e comunque rasserenato di ritrovare l’America. Negli anni dal 1950 al 1960 firma le prestigiose copertine di Life e di Look.
È a questo punto che comincia a interessarsi al cinema, quando realizza il sensazionale ritratto di Marlon Brando in maglietta nel film Un tram chiamato desiderio, nel 1951. L’anno seguente sarà la volta di Viva Zapata e dell’incontro con una esordiente che lo affascina: Marilyn Monroe. Non l’abbandonerà più dal momento che diverrà il fotografo di scena e anche il consigliere di Billy Wilder. Sarà lui, nel 1955, a suggerire al regista la famosa sequenza con la gonna sollevata dall’aria calda nel film Quando la moglie è in vacanza, in occasione della prima ripresa cinematografica effettuata direttamente in una strada di New York, a Lexington Avenue. Per una migliore riuscita della scena Sam Shaw ritiene opportuno di installare un ventilatore sotto il chiusino del tombino!
I ritratti di Marilyn si susseguono, molti rimarranno inediti per lungo tempo, mentre altre immagini avranno invece una diffusione immediata, quelle di Paul Newman e di Sidney Poitier e soprattutto di donne, che lo ispirano maggiormente: Ingrid Bergman, Sophia Loren, Anna Magnani, Liz Taylor o Jane Fonda. D’altronde, non si accontenta di fare il fotografo delle dive, alle quali conferisce una forte dose di magnetismo grazie al suo talento. Amico di John Cassavetes, lo aiuta finanziariamente a produrre i suoi film fino dal 1960 e si cimenta al tempo stesso come progettista e architetto-scenografo. Il regista non nasconde la propria ammirazione per il fotografo che aveva soprannominato “il moderno Prassitele che rivela la bellezza della nuova Afrodite”.
Senza fare il Pigmalione, Sam Shaw ha foggiato, modellato e modulato una creatura di sogno, la cui morte tragica lo lascia sconvolto. È forse la ragione per la quale ha conservato nelle sue cartelle tante fotografie inedite di lei che, oggi, la fanno resuscitare misteriosamente. Per evitare l’immagine di vedovo inconsolabile, bisogna anche dire che Sam Shaw è rimasto il buontempone di sempre, capace di far conoscere ai suoi amici i migliori ristoranti della terra, a cominciare da quelli di New York, evidentemente.
Sam Shaw lavorò in stretta collaborazione con il figlio Larry (1937), che fu anche l’assistente di molti grandi fotografi come Martin Munkacsi, Louis Faurer o Bert Stein.
A partire dal 1958 formarono un sodalizio a tal punto che alcune immagini non sono di facile attribuzione a colpo sicuro. È una raccolta esemplare di archivio familiare che testimonia lo spirito di un’epoca sia a Hollywood che a Parigi, patrimonio al tempo stesso cinematografico e fotografico che in questa sede viene svelato veramente per la prima volta.
Sam Shaw
Nato il 15 gennaio 1912, Sam Shaw è morto il 5 aprile 1999. Originario dell’East Side, rimase sempre legato a New York e infine si stabilì a Tappan, non lontano dalla città, sull’Hudson River. Dopo essere stato scultore animalista e pittore, frequentò i corsi del Pratt Institute e lavorò per un periodo nello studio di Roman Bearden. Successivamente fu direttore artistico del Brooklyn Eagle, prima di venire assunto come reporter da Collier's Magazine, all’inizio degli anni 1940. Divenne presto famoso per i suoi servizi, ma il suo impegno sociale gli attirò dei sospetti. Proprio per questo dovette allontanarsi dagli Stati Uniti durante gli anni oscuri del maccartismo e i suoi viaggi lo portarono a scoprire l’Europa, in particolare Cinecittà. Più tardi tornò nei teatri di posa del cinema americano. Da allora, eseguì numerosi ritratti di divi, dopo quella che potremmo definire quasi la scoperta di Marilyn, immortalata con la gonna svolazzante davanti al Lux Theatre di Lexington Avenue. Dell’attrice egli ha detto: “Aveva una straordinaria naturalezza che la rendeva estrosa, amava fisicamente la macchina da presa e la macchina fotografica.”
Dopo essere stato uno stretto collaboratore di Billy Wilder, Sam Shaw si è dedicato molto a John Cassavetes, che gli ha reso omaggio con queste parole: “Se volete sapere come si comportava, cosa provava un uomo del Rinascimento, incontrate Sam Shaw. Egli è stato non solo il fotografo di scena (non c’è nulla nel campo della fotografia che non sappia fare), il direttore artistico, lo scenografo, il genio della grafica pubblicitaria e il disegnatore, ma anche il produttore e il trampolino di lancio di numerose mie idee. Inoltre egli è il mio amico più caro e una delle cose che mi piacciono di lui è il fatto che molta altra gente afferma lo stesso.”
Larry Shaw
Larry Shaw è nato nel 1937 a
New York
. Fino dall'adolescenza, imparò il mestiere con il padre e i suoi amici come Martin Mukacsi, Louis Faurer o Bert Stern. Furono loro a trasmettergli le conoscenze e ad insegnargli le regole fondamentali della professione. Ma l'esperienza paterna nel campo del reportage e del cinema lo indusse a seguire la stessa strada. Esordì nel 1958 con una corrispondenza da New Orleans sullo strip-tease per la prima edizione di Show Magazine di Huntington Hartford, a cui fece immediatamente seguito un servizio sul suo incontro con lo scrittore irlandese Brendon Behan. Nel 1960, fu incaricato della promozione del film Paris Blues e delle foto di scena, i suoi ritratti di Paul Newman, Sidney Poitier, Louis Armstrong e Duke Ellington apparvero su Life, Ebony, Paris-Match, L’Europeo e su numerose altre riviste che, come Look, Vogue e Cosmopolitan, chiesero regolarmente la sua collaborazione, senza dimenticare il New York Times o il London Sunday Times.
Larry Shaw ha seguito le riprese di numerosi film. In particolare, egli è molto orgoglioso di avere collaborato a tutti quelli di John Cassavetes, come Shadows, Too Late Blues, Faces, Husbands, Gloria e Love Streams.